Scrittore, Alberto Fumagalli: la luce viva dei vagabondi | Intervista

Anima la generazione di narratori contemporanei che lavorano dappertutto, non si arrendono, scrivono. Parla del mondo del precariato di oggi e urla storie vere fatte di carne e disperazione, solitudine e coraggio. AstrOccupati intervista Alberto Fumagalli  


Il «Precario» è l’esistente transitorio. Esiste a domanda di prestazione, senza la quale non esisteIl precario è la lingua eccedente della società, vita invariabilmente periodica, lottatore professionista contro alcuni dei “mali del nostro tempo”: ansia, pressione, indifferenza, crudeltà, invisibilità.

Un gradino più giù del precario, formalmente, c’è il «disoccupato», l’esistente “mago” della società, colui che, per qualche strano scherzo di stregoneria, si nasconde, si fa invisibile dappertutto. Dolore invernale e nullo.

Più giù del disoccupato, c’è il «vagabondo», il barbone: l’invisibile per eccellenza, la faccia meno faccia di tutte, la più irreale. La più reale di tutte.

Ma almeno qui, qui, tra noi, lasciamo stare le forme e siamo onesti. Perché, lo sappiamo, i precari sono già il gradino più giù: i Precari sono già dei Vagabondi. Allucinati ma ispirati, sbandati ma feroci, sfruttati ma tenaci, assolutamente invincibili. Vivono sui binari di una stazione surreale, l’Italia, e fanno e dicono certe cose. Certe cose sui soldi che non bastano, le cose su “non posso uscire, non ho un euro”, “no il viaggio io non posso”, si sa, sono le cose peggiori da dire. Hanno l’alito dell’umidità notturna adagiata sui corpi senza coperte, il capriccio della verità notturna.

Io questa umidità un po’ ubriaca la conosco. Conosco la confusione che procura il lasciarsi deragliare dal vento alitoso della notte, quella che dura anche il giorno dopo a luci spente. Ed io Alberto l’ho conosciuto così, nel fracasso di una di quelle giornate buie per mancanza di lavoro, lavoro intermittente, il fuoco di una ricerca ostinata che oggi deve interagire col web. Incuriosita dal suo secondo romanzo, Crysi, decido di recensirlo.

Io e Alberto siamo diventati amici così. “Amici” come lo si è tra Vagabondi, che si conoscono solo per la sete, i grandi e precipitosi salti su quei treni, reali o immaginari, che sono già il riflesso di quel secondo mondo che è il nostro, quello che vogliamo noi. Io e Alberto siamo amici così, di quelli che hanno una penna ed è tutto, hanno una penna e non hanno niente – poi di nuovo tutto.

Alberto Fumagalli è uno scrittore, ed è uno scrittore che per “campare”, come si dice da certe parti, cerca e fa, sempre, qualunque lavoro. Per questo, e a dispetto della talk-società che marketta le emozioni, Alberto è l’invisibile che si rivela più visibile di tutti, perché si arrabbia e sgobba, sgobba e scrive, pensa e lavora, lavora e analizza, elabora e scrive. Scrive, e sogna.
Volutamente provocatorio, volutamente polemico, dissacrante, irriverente. Volutamente determinato, volutamente perseverante. Alberto progetta, sogna. Ma come sognano i lottatori veri: lavorando dappertutto.

Ed è qui, lasciatemelo proprio dire, qui, in quelli che sognano così, in quelli che sognano lavorando tenacemente e non hanno nome, che c’è la parte dinamica di questo paese chiamato Italia: c’è la vita.

AstrOIntervista: Alberto Fumagalli

Nome 
Alberto.

Ti chiamano 
Alby, Albe, a scuola mi chiamavano Fuma o Fumo, ma anche Brambilla o Brambi ( da “Brambilla Fumagalli”, di Aldo Giovanni e Giacomo).

Il tratto principale del tuo carattere 
Lunatico.

Il difetto che ti rimproveri 
Mi innervosisco troppo facilmente, divento litigioso e polemico. Troppo facilmente.

Il difetto che ti rimproverano
“A volte parlare con te è inutile/impossibile” – cit. di troppe persone.

Cosa ti appassiona davvero nella vita, cosa ti anima
Mi appassiona ascoltare musica: vivo con le cuffie nelle orecchie. Quello che mi anima, però, è avere dei sogni, degli obiettivi. Possono anche cambiare, col tempo. Possono anche essere irraggiungibili, ma non si deve mai rimanere senza.

Il tuo Lavoro
A breve inizierò a lavorare in un magazzino, a tempo molto determinato. Collaboro con una casa editrice, valutando manoscritti che arrivano. Scrivo anche articoli di letteratura sul giornale online “LoSbuffo”. Questi ultimi due sono collaborazioni, non veri e propri lavori. Come non è un lavoro vero e proprio l’essere scrittore. Ho pubblicato due romanzi e ne sto scrivendo un terzo. Per me scrivere non è nemmeno una passione: è un bisogno, una condizione esistenziale.

Il mio lavoro principale, continua a essere il “cercare lavoro”
È tutto precario. Oggi fai una cosa, fra un mese magari non la fai più. La disoccupazione, la precarietà, sono lavori pesanti, faticosi. Psicologicamente, a volte, massacranti. Andrebbero stipendiati.

Il mestiere che sognavi di fare da piccolo
Lavorare a Jurassik Park (avrei voluto addomesticare un Velociraptor).

Il mestiere che sogni di fare da grande
A un certo punto, crescendo, ho scoperto che Jurassik Park era solo un film. Non esiste. Mi avevano preso per il culo. I film, spesso, mi prendono per il culo, ecco perché ne guardo pochi. I libri sono più sinceri. Non mi resta quindi che lavorare come precario e scrivere romanzi.

Quel che ami di più del tuo lavoro
Parlo solo di quel lavoro che dentro di me considero a tempo indeterminato: lo scrivere. Di quello, mi piace non avere orari, regole. Mi piace la libertà.

Quel che detesti e/o ti affatica e/o ti annoia del tuo lavoro
Ormai si cerca lavoro online, quasi nessuno vuole il tuo cv cartaceo. Ora la nuova moda è il “CV-Ebook”, perché è più comodo, puoi riceverlo e cestinarlo con un due clic, senza riempire i cestini di carta. E’ bello, per me che sono laureato in Scienze dell’Ambiente, sapere che si è sensibili a queste tematiche. Questa formula dell’E-CV sarebbe ancora più comoda se certi siti non ti chiedessero di compilare pagine e pagine di roba, per mandare un Curriculum. Certe volte ci manca solo che ti chiedano anche il numero di scarpe e la circonferenza della testa. Fra poco penso arriveranno anche a quello. Ho passato, spesso, più di un’ora (e non esagero, e sono anche abbastanza veloce a compilare) per mandare un cv a un’offerta di lavoro (una), manco fosse un posto alla Casa Bianca. (ovviamente senza nemmeno ricevere la risposta di ricevimento, la soddisfazione di un “No, grazie.”). Ora, se entrassi in questi siti, potrei vomitare.

Quel che condanni e cambieresti subito del tuo contesto lavorativo
La risposta a questa domanda è nei miei due romanzi (“Crysi” ed “Esperanza”). Lì c’è molto, quasi tutto quello che penso. C’è tutto quello che non va bene, che non MI va bene. ( E tu, che mi hai letto, lo sai 😉 ).

La cosa più difficile che hai fatto nella vita
Una volta ho dato un calcio a uno scarafaggio. Ma ero una persona temeraria, oggi non lo farei più.

Il tuo ricordo preferito
Non penso di averne uno preferito. Ne ho tanti. I ricordi più belli sono quelli che mi ricompaiono improvvisamente. Dipende da dove mi trovo, con chi e cosa faccio. Mi piacciono molto i déjà vu, perché mi spiazzano: sono un ricordo-non ricordo. Forse sono ancora meglio dei ricordi perché sono dettagli, pizzicotti, secondi, attimi. Come le emozioni più forti.

I tuoi eroi. Chi ti ispira profondamente?
Da piccolo erano Ronaldo e Pantani. Poi sono cresciuto e ho smesso di avere idoli. Anzi, i personaggi troppo idolatrati mi stanno spesso sulle palle. Mi spaventano un po’ quelli che riescono a piacere a tutti. Ora mi piacerebbe e basterebbe diventare eroe di me stesso.

La/e qualità che più ami negli altri
L’ottimismo, ma quello giusto. Chi è sempre ottimista, a volte mi irrita. Io sono un sognatore, quindi un  realista. Il sognatore scappa dalla realtà, vive in un altro mondo, vola via; l’ottimista, invece, rimane qui, sulla terra, perché tutto sommato non gli dispiace. Ecco, ogni tanto vorrei anche io farmela andare bene, questa realtà.

La persona scomparsa che richiameresti in vita
Mia nonna. E’ stata come una seconda madre.

Il sogno che proprio non ti lascia in pace
Diventare uno scrittore affermato. No, dai, scherzo… in realtà è diventare uno scrittore affermato.

L’Italia che vorresti
Un Paese senza corruzione, meritocratico e con meno politici. (Rido. Tanto.)

L’ultima cosa che fai prima di addormentarti
Spengo il cellulare.

L’ultima volta che ti sei emozionato davvero
Facendo l’amore.

Stato d’animo attuale
Rilassato (stranamente) e seduto in un bar del centro di Milano, vicino all’Università Statale. Pensa, c’è ancora gente che studia e che sorride, rincorrendo un futuro. E’ bello.

Le Parole che non ti ho detto: il canto libero di Alberto

Voglio lasciare due estratti significativi e rappresentativi dei miei due romanzi (Esperanza e Crysi), perché tutti i miei scritti sono degli sfoghi personali (Leggi alcuni estratti di Esperanza e Crysi di Alberto Fumagalli).
Entrambi i romanzi, come si potrà notare, trattano il tema della crisi. Esperanza, il mio primo romanzo, ora è disponibile solo in versione ebook, ma in autunno uscirà anche la versione cartacea. Crysi, invece, è cartaceo e si può trovare su tutti i principali store online (Amazon, Ibs ecc) o si può richiedere in libreria o contattando me, privatamente. Colgo ancora l’occasione per ringraziarti, Valentina, per la bellissima recensione che hai fatto di Crysi, su Il Pickwick.it

Un’ultima cosa: ora smettiamola di raccontare la favoletta che questo è un Paese in crisi economica. Basta. Basta fare i furbetti. Forse c’è stata, qualche anno fa, oggi è solo una presa per il culo, una scusa per non assumere. Continuare a dire che c’è la crisi, fa COMODO a troppe persone. È vero, c’è chi fa fatica ad arrivare a fine mese, ci sono famiglie povere; ma ci sono tante, tantissime persone che stanno bene. Le vedo, tutti i giorni: sono famiglie italiane. I ristoranti nei weekend sono sempre pieni, le vacanze le devi prenotare mesi prima, guidi e vedi un sacco di macchine con le targhe nuove. La gente spende, continua a spendere. Non rinuncia a nulla. Quanti hanno l’Iphone da 600 euro? Quanti l’abbonamento a Sky? Quanti spendono quasi cento euro per un biglietto di un concerto di due ore? Potrei andare avanti all’infinito, elencando cose che in un Paese in crisi vera quasi tutti non potrebbero permettersi. Sono tutte persone che si indebitano? Non credo. Io, un Paese in crisi economica, me lo immagino molto, ma molto diverso dal nostro. Finiamola di prendere per il culo. In un Paese davvero in crisi economica sarebbero molti di più i poveri e molto più corte le code per l’ultimo Iphone. In questo Paese la vera crisi non è economica, ma psicologica. Che è ancora peggio. E di questo giochino “politico”, di dire che siamo nella crisi, io mi sono stufato da tempo.

Come parlare con Alberto Fumagalli

Alberto “naviga” sul suo Blog e sulla sua Pagina Facebook.
Potete contattarlo anche tramite i suoi profili social: su Facebook, su Twitter, su LinkedIn. Lo trovate anche su Instagram

Perché contattare Alberto Fumagalli. Il suo Curriculum vitae cantato in versi: i suoi

Nato il 13 luglio. Cancro ascendente Gemelli.
Sono laureato in Scienze Umane dell’Ambiente, del Territorio e del Paesaggio, Curriculum “Turismo e valorizzazione culturale del Territorio”, con Tesi su: “I luoghi di Milano ne I Promessi Sposi, dal XVII secolo ad oggi”.
In seguito ho conseguito due attestati: “Addetto ufficio stampa” e “Grafico pubblicitario”. So bene che queste cose non dovrei dirle, in quanto troppi datori di lavoro sono convinti (o vogliono far credere) che una persona con diverse qualifiche – laurea su tutte – chieda stipendi che vanno dai 3760 euro al mese ai 5029 euro, con tanto di ufficio personale e poster di New York sullo sfondo. Belli miei, allargatevi un po’ quella cravatta e respirate, rilassatevi: i laureati sono molto più umili di quanto pensiate (o volete continuare a pensare), io mi stra-accontenterei di un part time in una libreria. Ma voglio continuare a credere che ci siano datori di lavoro sereni e professionali, quindi dirò sempre chi sono, senza mentire sul cv.
Qualche anno fa ho lavorato presso la Libreria Internazionale Ulrico Hoepli di Milano, nel reparto ordini.
Ho fatto il commesso in negozi come Zara e Bershka, tramite agenzie interinali.
Ho tantissimi colloqui di lavoro alle spalle, in diversi posti (delle volte sperduti), in diversi orari. Anche questo fa cv. Il tempo (decisamente troppo) che ho perso (e continuo a perdere) a compilare cv e andare a colloqui spesso inutili, non me lo ripaga nessuno (e il tempo è denaro, si dice).
Ho collaborato con un sito sportivo scrivendo articoli di calcio.
Per un anno ho lavorato in un negozio biologico, come commesso/contitolare. E’ l’esperienza lavorativa che mi ha formato di più: tra i miei compiti vi erano quelli relativi alla pulizia del negozio, la spunta all’arrivo degli ordini (sia fresco che secco), la successiva scaffalatura e sistemazione nei frigo, servizio al banco gastronomia, gestione ordini del pane, uso della cassa e assistenza ai clienti e altre varie operazioni. È un’esperienza che mi ha dato responsabilità e mi ha fatto crescere tantissimo.

Ho pubblicato due romanzi, selezionati da due case editrici, che trattano il tema del lavoro, della crisi attuale (che ritengo soprattutto psicologica più che economica, della nostra società).
I romanzi sono Crysi (Ladolfi Editore) ed Esperanza (Prospero Editore).
Attualmente ho in progetto la stesura di un terzo romanzo e collaboro con “Lo Sbuffo”, un sito culturale, scrivendo articoli sulla rubrica “Letteratura”.

Che cosa ci ha insegnato Alberto: #Consigli per il Lavoro

Caro Alberto, il Carillon del Salotto di AstrOccupati si è messo a suonare per te certe parole. Confessa, che il tuo racconto interiore di Lavoratore ci ha insegnato che è necessario l’ardore. 

LA TUA STORIA CI HA RICORDATO che saremo noi la memoria di questo paese, noi, i Precari, i disoccupati, o come ci piace chiamarli qui, gli “AstrOccupati”. I pazzi, i deragliati, i suonati di nervi con certe spine belle in testa.

LA TUA ESPERIENZA HA CONSIGLIATO a noi lavoratori AstrOccupati, AstrODisoccupati o AstrOPrecari, che a volte c’è bisogno del disordine. Che stare fermi fa male e che forse lavorare dappertutto sveglia, fa suonare la nostra bufera, le taglia quella sua aria di cappio, e ci permette di annusare con più consapevolezza che vento tira tra noi e la nostra tenacia, tra noi e i nostri fallimenti, tra noi e le nostre speranze, tra noi e i nostri obiettivi.

LA TUA INTERVISTA CI HA INSEGNATO quant’è importante, mentre si è troppo precari o disoccupati, trovare un’attività creativa capace di rigenerarci, attivare forze produttive a noi sconosciute o semplicemente addormentate, un’attività come quella che per te è la scrittura. Grazie Alberto, perché ci hai ricordato che è necessario avere sempre dei progetti e degli obiettivi. 

LA TUA INTERVISTA CI PERMETTE DI RICORDARE AL MONDO DELLE AGENZIE PER IL LAVORO, spesso, oggi, dimentiche della loro funzione, che il nostro “feroce individualismo” che condannate spesso qua e là, ha un senso. Che ha senso la nostra rabbia di fronte al no che ci sputate per l’età, per il curriculum di esperienze senza filo univoco, per il luogo di residenza, per la mancanza di esperienza, per il buco di anni che c’è tra un’esperienza lavorativa e un’altra, per il settore formativo da cui proveniamo o quello da cui “non” proveniamo. Che ha senso il nostro essere lì piantati davanti a voi, e che certe volte ha senso anche il nostro sonante fanculo: la nostra volontà è troppo imbrigliabile. E che tentare di chiudere l’acqua dentro uno specchietto, da parte vostra è proprio sciocco, oltre che molto pericoloso, per noi. Sì.

ALBERTO, PER TE.Caro Alberto, dopo la tua preziosa Intervista il Carillon del Salotto si è messo a suonare subito questa canzone. Ci auguriamo che tu non perda mai il tuo mare, che nessuno asciughi la tua cascata di luce, Alberto. Buon vento. 

AstrOReporter: Valentina Chiefa


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