AstrOccupati

AstrOccupatiil blog, il suo nome


«AstroSamantha», l’amiamo tutti così, con questo nome. Perché Samantha Cristoforetti, neotrentottenne, se ne sta a bordo di uno Soyuz Tma-15M, che chissà quale diavolo sa cosa sia. Samantha, la prima donna italiana nello Spazio. Astronauta. Ingegnere, aviatrice. Praticamente, un’eroina.

Ergo?
Samantha non c’entra con questo blog, però c’entra.
– Non c’entra perché il Blog non parlerà di lei.
– C’entra, perché il 26 Aprile 2015, il giorno del suo Compleanno, l’abbiamo festeggiata tutti. C’entra perché sui social nessuna polemica, tutti d’accordo – una di quelle rare volte. C’entra perché tutti, il 26 Aprile, hanno scritto così: “Sei la nostra eroina”, “Sei il nostro orgoglio”, “Orgoglio italiano”, “Sei tutti noi”, “Forza, Samantha. Siamo tutti con te”, “Sei l’emblema del coraggio”, “Esempio di Donna”, “Buon compleanno SuperSamantha”. Vedi, Samantha? Pensiamo tutti a te che te ne stai lassù, chissà come, coraggiosamente, tra un vuoto e un altro vuoto. Tutti che puntiamo gli occhi dalla tua parte, che chissà dove sei – che poi: dove sei? Già.
Te la meriti la nostra attenzione. Ci siamo, per te.

E dunque? Ancora: ergo?
AstroSamantha c’entra con questo Blog perché il tuo 26 Aprile, Samantha, proprio pensando a te, e leggendo ciò che ti abbiamo scritto, facendo attenzione alle parole che ti dedichiamo quasi ogni giorno, mi è venuto in mente Francesco. E poi da lì è stato tutto un rapido susseguirsi perché, pensando a Francesco, ho pensato anche a Marco, ad Antonella, a Giovanni. Ho pure pensato a Valentina. E a Gabriella. Già. Poi ho ripescato le vicende di Enzo, Giacomo. Di Lorenzo, Valeria, e di Maria. Maria. E ho pensato ai miei. E ho pensato, alle storie di chi non conosco. E ho continuato, a pensare, fino a che quei pensieri hanno iniziato a pensarmi.

Perché Tutti Astronauti. Tutti Navigatori, siamo. Marinai dello Spazio. Diversamente-Visibili. Diversamente-Pensabili. Diversamente-Amati, incoraggiati, diversamente-sostenuti. Diversamente: soli.

Sono Milioni.
Già. Milioni di Milioni. Lavoratori galattici, Cybernauti del coraggio e dell’ostinazione.
AstrOccupati, precari del pianto in orbita, ciglia e stelle. Fronte, mani. Nervi. Nervi soprattutto.
AstroDisoccupati, che si reinventano dentro Sottomarini. E lì se ne stanno. Piegati come sigarette.

Sono Milioni.
Tutti infilati dentro certi equipaggi grigi, dentro certi brutti pensieri. O dentro certi altri che sono belli e veri come sono belle le cose belle e vere. Sono Milioni. Infilati dentro equipaggi stonati e imbrattati di celeste, tutti sotto il peso a cupola dell’Agenzia Terrospaziale Italiana. E allora punto, a capo, e nervi.

Sono dappertutto, ma a festeggiare le loro imprese sono davvero in pochi. Eppure, mi ripetevo il 26 Aprile 2015, sono Astronauti anche loro. Eroi.
Dai, eccone uno! Guarda… Non lo vedi? È accanto a te. Lì, là! Ecco, guarda bene.
Non siamo abituati, a guardare. Prestare attenzione, domandare.
Non siamo abituati a raccontare. Perdiamo il filo. Dimentichiamo.

Loro però, ci sono.
Se ne stanno quaggiù, chissà come, coraggiosamente, tra un vuoto e un altro vuoto. Tutti che puntiamo gli occhi da un’altra parte però. Che poi chissà dove sono – Dove siete?
Dietro di te, accanto a te. Alla tua destra. Accanto a me, qui dietro, a sinistra. Eccone un altro laggiù. A guardarli sono davvero dappertutto. Perfino sotto il tavolo.
La loro missione? Si chiama «Futuro». Si chiama «Lavoro», «Presente».
E la mia è Raccontare le loro Storie. Inseguire l’onda Interna della loro Voce con la gestualità del Racconto – Storie, Voci.
Che poi sono le tue. Le mie. Le nostre, milioni di milioni.
Perché tutti meritano una Storia. La tua.

Blogger di AstrOccupati e Reporter narrativa: Valentina Chiefa


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10 pensieri su “AstrOccupati

  1. Cara Vale,
    Sono tanta, ma tanto, felice di leggerti. E quant’è bello leggerti!
    Mi fai tornare indietro nel tempo, a meno di due anni fa e sai che ti dico? Che quest’epoca ci ha segnati, ‘che a un certo punto, se anche trovi un lavoro, un lavoro di merda dietro a una scrivania oppure un lavoro bello, il TUO lavoro, nonostante ciò quest’epoca ci ha segnati e per sempre rimarremo tutti sognatori di quel futuro lì, quello di cui parli tu. Sto seduta dietro a una scrivania che vuole separarmi dal mondo di là ma t’assicuro che infondo io nel mondo di là mi ci sento ogni giorno perché ciò che cambia è il punto di vista (a volte mica tanto bello) e il numero di zeri sul tuo conto (a volte ancora meno bello). Per il resto tutto uguale: insicurezza, rabbia, sbandamento, mal di pancia. C’è tutto! Un abbraccio grande!

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    • Hai ragione, Fede. Ti capisco. Ah…quanto hai ragione. Siamo tutti spaccati: tra un prima e un dopo, tra un adesso ed un domani (chebo’), tra un adessoFaccioQuesto e un VorreiFareQuest’altro. Che poi cosa? Dove? E soprattutto, come? Insicurezza, e rabbia, e sbandamento. Esattamente come hai detto tu. Su sette giorni, io “mollo” due, nei quali non vedo niente. Roba da bloccare anche una centometrista di sogni come me, come te. Avere trent’anni molto ma molto suonati e non potersi permettere niente. Stare infilati ancora a casa dei genitori. Uno strazio. Nei restanti cinque, frequento il mondo “di là”, quel “futuro lì”, e sto bene. E sono quasi felice. Ti abbraccio anche io. Forte. E assai. v.

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  2. …un grande in bocca al lupo Valentina cara…è sempre un piacere profondo leggerti…certamente ti racconterai e racconterai la tua generazione con utopia e disinganno…grazie, ciao…

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